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Tempo di percorrenza: h 5.20

Difficoltà: E.M.

Dislivello in salita: m 1.000

Attrezzatura: scarponcini da trekking
  

Dalla chiesetta di Capovalle (1.132 m) si percorrono alcune decine di metri in direzione di Mezzeno fino ad arrivare ad una fontana realizzata in ricordo della visita di Vittorio Emanuele II avvenuta nel 1879. Alle spalle della stessa si prende la mulattiera che porta a Caprini (1.195 m) e, oltrepassata la strada che serve la contrada, si sale fino alle case. Di fronte al numero civico 3 si imbocca una scaletta, si attraversa un sentiero selciato che taglia la contrada e si ricomincia a salire su un'altra scaletta. Passando a sinistra di un'abitazione si esce da Caprini e si entra nel bosco. Al bivio che si incontra si prende a sinistra e si continua a salire fino ad arrivare all'incrocio con una strada pianeggiante che passa poco sopra una stalla. Sul lato opposto di questa strada si imbocca un sentiero in salita che piega a destra. Dopo un paio di tornanti la pendenza decresce per un breve tratto, al termine del quale si arriva ad un bivio dove si procede dritti in salita. Continuando l'ascesa si guada un piccolo ruscello e ci si porta fuori dal bosco. Superato l'innesto di un'altro sentiero che sale da destra, si rientra nel bosco e si giunge ad un bivio dove si tiene la destra e si continua a salire. Attraversato un ruscello si affronta l'ultimo tratto di salita per arrivare ad una baita (1.45 h di cammino) posta poco sopra il bivio per il Casinèt (1.690 m) dove si deve tenere la sinistra. Procedendo sul sentiero che sale alle spalle della baita, si passa presso un enorme abete rosso secco e dopo un altro tratto in salita si arriva al Roccolo del Veroppio (1.860 m). Oltrepassatolo si giunge rapidamente al Sentiero dei Roccoli (itinerario 14). Lo si segue per circa 200 metri in direzione ovest, ma prima di giungere al Lagasöl lo si abbandona e si comincia a salire nei pascoli a mezza costa nel vallone tra i Tre Pizzi e la Mencucca. Qui non c'è una traccia chiara del sentiero e quindi si deve far riferimento alla cartina e ai segnavia: in caso di maltempo con nebbia si consiglia di percorrere questo tracciato. Dopo un primo tratto piuttosto ripido si arriva ad un piccolo pianoro molto bello (i Pianù) nelle vicinanze del quale, sotto la bastionata della Mencucca, ci sono due piccoli laghetti che tendono a scomparire nei periodi siccitosi. Superato il laghetto più a monte si arriva nei pressi di una bocchetta (2.033 m): da qui si piega a destra e si comincia a salire verso il Laghetto di Pietra Quadra che è posto in direzione est-nord-est. Arrivati alle spalle dei Tre Pizzi la pendenza decresce e, mantenendo la direzione indicata poc'anzi e passando tra macereti, si giunge in vista del Laghetto di Pietra Quadra e della piccola Baita dei Tre Pizzi (2.116 m, 3.20 h da Capovalle). Per il rientro a Capovalle si prende il sentiero con segnavia CAI n. 217: esso scende nel vallone tra Tre Pizzi e Spondone e arriva al Monte Campo nei pressi della pensana (riparo per bestie). Da qui ci si porta alla Baita di Monta Campo (1.878 m) e si piega a destra in direzione ovest per raggiungere un dosso erboso. In corrispondenza del limite del pascolo, dove questo forma un angolo, si imbocca un ripido sentiero che scende tra i pini mughi e che consente di arrivare al Roccolo di Monte Campo (1.817 m). Superato il roccolo si procede dritti in discesa per uscire dal semicerchio dove sono poste le reti in tempo di caccia e, dopo esser passati in un punto panoramico, si raggiunge un altro capanno dove c'è una fontanella. Qui si piega a sinistra, si passa davanti al piccolo edificio e si prende il sentiero che entra nel bosco. Lungo la discesa si trova sulla destra una fontanella e, subito dopo, un bivio dove si continua dritti. Giunti alla strada per Mezzeno la si segue in discesa per pochi metri e poi si prende a sinistra la strada che conduce alla Baita del Grumello (1.471 m, 1.20 h dalla Baita dei Tre Pizzi). Raggiunta la baita si devia a destra e si comincia a scendere verso Capovalle. La discesa può essere effettuata sia lungo la carrozzabile sia sfruttando le scorciatoie che tagliano i tornanti. Scendendo si passa in località Fraggio il cui nome è legato alla presenza di un vecchio esemplare di faggio, un vero monumento vegetale. Superato il tornante del Crocefisso, si affronta un lungo rettilineo sul cui lato sinistro si trova un grosso abete bianco (l'aès in dialetto locale) e in breve si giunge alla Val Crèsa. Percorsi altri 500 metri si arriva a Capovalle dopo 0.40 h di cammino dalla Baita del Grumello e 5.20 h dall'inizio dell'itinerario.
 


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